I cercatori d'oro amatoriali esistono ancora oggi, e la loro attrezzatura non è diversa da quella di un tempo.
Innanzitutto l'oro lo si cerca in riva ai fiumi o in miniere aurifere.
Si deve differenziare l'oro tra oro nativo, legato al quarzo, e oro alluvionale a forma di pagliuzza; questa differenza sta nel fatto che l'oro alluvionale è quello trascinato dai ghiacci durante le glaciazioni, e nella sua lenta avanzata, l'oro è stato schiacciato dall'enorme peso delle rocce che lo sovrastavano e perciò oggi si presenta sotto forma di placchette sottili incastonate tra le rocce.
L'oro dei fiumi invece, detto anche oro dei giacimenti secondari, é non solo nei fiumi ma anche nel terreno circostante e questo perchè quando periodicamente i fiumi vanno in piena la loro acqua diventa alta e impetuosa e erode i fianchi della roccia portandosi dietro terra e pagliuzze di oro.
Nei torrenti l'attrezzatura adatta è data da stivali, una pala, un setaccio dove fermare le pagliuzze d'oro e un secchio, la canaletta, che è un utensile dove fare passare l'acqua corrente che arriva sui bordi, non impetuosa, con delle scanalature ai lati dove si andrà a depositare il materiale da setacciare.
La batea, o padella, è il simbolo del cercatore d'Oro. Nella Batea oltre al materiale proveniente dal lavoro concluso di una canaletta, vi si può mettere anche del materiale raccolto già setacciato.
L'attrezzatura da miniera è fatta da vestiario adatto per proteggersi dall'umidità e non sporcarsi, da una torcia, un casco, una mazzetta per picconare, guanti e una piccola zappetta per smistare la terra e i pezzetti di roccia caduti.